Il Seminatore – Anno 2005 – Luglio / Dicembre
Inizia un nuovo anno
Ogni nuovo anno è in genere accompagnato da propositi, sogni e speranze da realizzare nei giorni che verranno. Ma è possibile sperare in questo tempo dalle tinte fosche e per nulla rassicuranti? C’è ancora guerra in Iraq e in altre parti del mondo; la fame e la povertà strangolano milioni di persone; la precarietà oramai è la parola d’ordine che regola il lavoro, la salute e anche le nostre relazioni affettive. Nonostante tutto ciò, siamo chiamati ad essere uomini e donne di speranza. Resistere alla generale sfiducia e ai segni che contraddicono la possibilità di un tempo “nuovo” è possibile se confidiamo nella promessa che dopo tanti secoli Dio fa oggi a ciascuno e ciascuna di noi: «Non ti spaventare e non ti sgomentare, perchè il Signore, il tuo Dio, sarà con te dovunque andrai»
(Giosuè 1, 9).
In questo nuovo anno mettiamo al centro della nostra vita la Parola di Dio perché è da essa che riceveremo la capacità di sperare contro speranza.
La redazione
Speranza
Oggi chi ha speranza è considerato per lo più uno stolto o un sognatore, oppure un disperato:
uno stolto che non sa vedere il futuro che incombe; un sognatore che confonde i propri sogni con la realtà; un disperato che si serve di immagini luminose per nascondere la propria angoscia.
Io però sono convinto che esistano ancora motivi per sperare. Penso che il futuro del mondo non sia ancora scritto in modo immutabile, in ogni caso non nel senso di una catastrofe, come vorrebbe una profezia oggi molto diffusa.
Penso che il nostro futuro stia in mani diverse da quelle dell’uomo, incapace di prevederlo, eppure così pericolosamente sicuro di sè. Credo che nel mondo operi una saggezza ben diversa da quella dell’essere umano.
Jörg Zink